I giorni passano lenti, le settimane veloci ed è già un mese che la Puccia è nella sua nuova casa. E’ bello immaginarla là, e ogni volta che ci arriva qualche foto o qualche messaggio la sensazione del lieto fine si rafforza.
Alla fine non ho più pianto. Ho fatto pace anche con questo. E’ stato un affido speciale, come speciale ne è stata la conclusione: tutto si è messo in ordine, anche le mie emozioni.
Ho, però, sentito la necessità, forte, urgente, di sistemare il mio bimbo sospeso. Anche per lui l’affido si è concluso bene, ma non lo vediamo da troppo tempo.
Paco ha fatto tanta fatica. Glielo abbiamo letto negli occhi durante i nostri primi incontri dopo il passaggio. Quegli occhi birichini erano velati, non più brillanti. E ancora dopo mesi mi chiamava insistentemente mamma. Abbiamo cercato di rispettare i tempi di tutti stando in disparte e quando è arrivato il momento di incontrarlo di nuovo, c’era già la Puccia e non siamo riusciti a vederci.
E mi sembra di averlo tanto trascurato ed è ora di ricucire anche quello strappo che ancora sento dentro di me.
Ho chiamato, ci siamo accordati e finalmente, presto, ci rivedremo.
A volte mi sembra di essere un equilibrista su una fune davvero troppo stretta. Tante persone hanno incrociato la nostra vita e tutte meritano un’attenzione speciale ed esclusiva. Non sempre ci si riesce. A volte si rincorrono gli attimi appena fuggiti.
L’importante è provarci e non pensare che potrebbe essere troppo tardi.