sarà la primavera

Sarà la primavera, sarà il sole che è tornato a splendere o forse solo le ferie imminenti, ma sento le farfalle nello stomaco. Sono emozionata come aspettando un primo appuntamento. Domattina rivedrò la Puccia. E’ passato un mese dall’ultima volta e non sto più nella pelle. Che poi quando sarò lì sarò impacciata e cercherò di leggere, sul suo viso, l’autorizzazione a strapazzarla di baci.

Perché in questi incontri non è tanto quello che desideriamo noi ad avere la precedenza, quanto piuttosto le emozioni che nei bambini provoca la nostra presenza. E’ necessario rispettare il loro spazio e i loro tempi.

Se ci penso faccio davvero fatica a ipotizzare quello che le passerà per la testa. E’ così piccola e ha avuto già una vita così intensa…

Poi, come se non bastasse, dopodomani vado a trovare anche Paco! E lì le cose si complicano…quasi due anni che non ci vediamo, ora ha esattamente il doppio degli anni dell’ultima volta e una meravigliosa parlantina.

Paco abita lontano, non è facile organizzare gli incontri.

Non so cosa succederà, se ci collocherà da qualche parte, in qualche sensazione o ricordo ma non mi importa.

Non mi interessa che sappia chi siamo e cosa è successo tra noi. Se vorrà, nel tempo, potremo parlarne. Sono solo felice di sentire il suo profumo, di vedere i suoi occhi birichini e scoprire come è nel suo nuovo mondo dopo che il tempo trascorso gli ha permesso di consolidare i suoi legami, senza di noi.

forse non è mai troppo tardi

I giorni passano lenti, le settimane veloci ed è già un mese che la Puccia è nella sua nuova casa. E’ bello immaginarla là, e ogni volta che ci arriva qualche foto o qualche messaggio la sensazione del lieto fine si rafforza.

Alla fine non ho più pianto. Ho fatto pace anche con questo. E’ stato un affido speciale, come speciale ne è stata la conclusione: tutto si è messo in ordine, anche le mie emozioni.

Ho, però, sentito la necessità, forte, urgente, di sistemare il mio bimbo sospeso. Anche per lui l’affido si è concluso bene, ma non lo vediamo da troppo tempo.

Paco ha fatto tanta fatica. Glielo abbiamo letto negli occhi durante i nostri primi incontri dopo il passaggio. Quegli occhi birichini erano velati, non più brillanti. E ancora dopo mesi mi chiamava insistentemente mamma. Abbiamo cercato di rispettare i tempi di tutti stando in disparte e quando è arrivato il momento di incontrarlo di nuovo, c’era già la Puccia e non siamo riusciti a vederci.

E mi sembra di averlo tanto trascurato ed è ora di ricucire anche quello strappo che ancora sento dentro di me.

Ho chiamato, ci siamo accordati e finalmente, presto, ci rivedremo.

A volte mi sembra di essere un equilibrista su una fune davvero troppo stretta. Tante persone hanno incrociato la nostra vita e tutte meritano un’attenzione speciale ed esclusiva. Non sempre ci si riesce. A volte si rincorrono gli attimi appena fuggiti.

L’importante è provarci e non pensare che potrebbe essere troppo tardi.