La prima volta che un figlio che non hai generato ti chiama mamma, è un momento magico. Strano, ma magico. Porta con sé una grande gioia, così come sensi di colpa nei confronti della mamma naturale e del bimbo stesso. Come se ci stessimo appropriando di qualcosa di non nostro. Che stessimo mentendo a quel figlio a tempo determinato. Sai che “mamma” è solo una parola che identifica un ruolo, che di “mamma” ce ne può essere anche più di una, se ne è parlato mille volte negli incontri e nei corsi di formazione, ma non basta.
In effetti, per quella che è la mia esperienza, ai bambini non crea nessuna confusione chiamare “mamma” me, la loro mamma naturale, a volte anche altre figure femminili di riferimento. E’ una di quelle parole che ha un effetto diverso per chi la pronuncia e per chi la ascolta.
Come se una volta detta si suggellasse un patto, un legame.
Noi adulti siamo molto complicati. Inutilmente complicati.