Che poi l’affido è uno stile di vita, mica un’esperienza che si fa e poi si può decidere lucidamente e razionalmente se rifarne un’altra o meno.
Questo è un concetto difficile da capire per chi non ha mai vissuto una storia di affido. I bambini che arrivano in famiglia, fanno un pezzo di vita con te e quando vanno via ti lasciano un bagaglio di emozioni, ricordi, sogni, idee, pensieri che non arrivano mai a una conclusione vera.
E quindi, dopo tutto il tempo che serve alla famiglia a fisarmonica per tornare a contrarsi e stare bene nel “solito” equilibrio, si riparte, verso una nuova avventura.
E si riparte più emozionati e convinti di prima perché i bambini che hanno bisogno sono tanti e questa realtà non può più essere ignorata.
Ormai lo si sa che si può fare, si sa che ne vale la pena, si sa che si sta male ma un male bello in cui ci sono comunque aspetti positivi.
Lo spazio per quella disponibilità è lì, quasi tangibile, nel tuo cuore, nella tua anima e nella tua casa.
Il vuoto lasciato dal bimbo che hai accompagnato per un pezzo di strada diventa uno spazio. Uno spazio che può di nuovo essere riempito.
Ed è un attimo. “Vi chiameremo noi”.