di parenti, di virus e di altre sciocchezze

Le vacanze di Natale sono finite: finalmente. E’ ufficiale: sono rimasta indietro su tutto quello che mi ero ripromessa di fare, però sono sopravvissuta. E non è poco.

Aspettavo questa pausa invernale con molto entusiasmo e altrettanto timore perché, dopo circa 12 anni, questo era il primo Natale che passavamo a casa.

Vigilia da amici, pranzo e Santo Stefano dai suoceri, capodanno a casa io, Re di Triglie, Puccia e Nonna ospite, e in fine Befana… col virus.

Certo, per chiudere in bellezza Puccia ha pensato bene, dopo solo 2 giorni di nido (DUESOLIGIORNI) di portare a casa questo gradito ospite che ha reso, prima lei, poi la Nonna ospite, poi Donzella e poi di nuovo lei, vomitosi come la bimba dell’esorcista. Evviva.

Era andato tutto bene, oltre ogni aspettativa. Nonostante che Puccia abbia aspettato le vacanze per mettere ben 3 canini e le notti siano state ancora peggio del solito, era andato tutto bene.

Gli amici erano venuti e poi andati, la permanenza della Nonna ospite era stata pacifica, sorella cognato e nipoti molto felici dopo 8 anni di assenza dalla nostra città.

Il virus ha quindi deciso che fosse arrivato il suo turno. E si trova talmente bene a casa nostra che stenta ad andarsene. Gli ospiti sono tutti partiti, ognuno è tornato alla sua vita ma lui, tenace, resiste. Forse siamo una famiglia un po’ troppo accogliente.

E io, ho di nuovo bisogno di ferie.