I giorni stanno scorrendo veloci, troppo veloci e siamo già arrivati all’ultimo martedì, l’ultimo mercoledì e così via.
Lo so, ci sono già passata altre volte, ma ogni volta è diverso e non si fa il callo alle separazioni.
La parte razionale di me è contenta. I rientri in famiglia portano con sé grandi doni: la possibilità di ricucire una storia interrotta e di dare continuità e dignità a tutto quello che è stato e che sarà.
Ma tu come stai? Te lo chiedo in realtà ogni sera, quando abbracciate ci regaliamo istanti preziosi di noi. Lo so che ti passano tante cose per la testa e che ti senti travolta dai giorni che, inesorabilmente, ti portano ad essere sempre più là e sempre meno qua.
Ma sei una bimba fortunata, sei circondata da persone che ti vogliono bene e, non te lo dimenticare mai, non è poi così scontato.
I giorni sono faticosi, lo so e capisco quando di notte fai fatica a dormire. Forse anche tu, come me, pensi.
Eppure ogni mattina ci alziamo piene di buone intenzioni e andiamo incontro alla giornata con entusiasmo.
Ma tu come stai? Perché io non so bene come sto. Ho un nodo in gola pronto a sciogliersi ma che si trattiene. Sono piena di soddisfazione per tutto quello che abbiamo fatto, per quanto siamo cresciute, io e te, e per come, ancora una volta, posso accompagnarti per mano verso la tua vita che sarà piena, gioiosa e ricca. Ma sono anche triste e malinconica come quando finisce una storia d’amore, anche se questo amore non finirà per davvero. Sono giorni duri in cui tutto viaggia a una velocità quasi insostenibile, soprattutto i pensieri e le emozioni. E io non riesco a starci dietro. E ho un pensiero costante e fisso: “Ma tu, come stai?”.